giovedì 31 marzo 2011

Venerdì -3a Quaresima

III SETTIMANA DI QUARESIMA - VENERDÌ
MESSALE
 

Antifona d'Ingresso  Sal 85,8.10 
Non c'è nessuno come te in cielo, Signore,
perché tu sei grande e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.

 

Non est símilis tui in diis, Dómine,

quóniam magnus es tu et fáciens mirabília; tu es Deus solus.


Colletta

Padre santo e misericordioso, infondi la tua grazia nei nostri cuori, perché possiamo salvarci dagli sbandamenti umani e restare fedeli alla tua parola di vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

 

Córdibus nostris, quæsumus, Dómine, grátiam tuam benígnus infúnde, ut ab humánis semper retrahámur excéssibus, et mónitis inhærére valeámus, te largiénte, cæléstibus. Per Dóminum.

 
LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura
    Os 14, 2-10
Non chiameremo più dio nostro l'opera delle nostre mani.

Dal libro del profeta Osèa
Così dice il Signore:
«Torna, Israele, al Signore, tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire
e tornate al Signore;
ditegli: "Togli ogni iniquità,
accetta ciò che è bene:
non offerta di tori immolati,
ma la lode delle nostre labbra.
Assur non ci salverà,
non cavalcheremo più su cavalli,
né chiameremo più "dio nostro"
l'opera delle nostre mani,
perché presso di te l'orfano trova misericordia".
Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li amerò profondamente,
poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele;
fiorirà come un giglio
e metterà radici come un albero del Libano,
si spanderanno i suoi germogli
e avrà la bellezza dell'olivo
e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano,
fioriranno come le vigne,
saranno famosi come il vino del Libano.
Che ho ancora in comune con gli ìdoli, o Èfraim?
Io l'esaudisco e veglio su di lui;
io sono come un cipresso sempre verde,
il tuo frutto è opera mia.
Chi è saggio comprenda queste cose,
chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v'inciampano».
 

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 80

Io sono il Signore, tuo Dio: ascolta la mia voce.

Un linguaggio mai inteso io sento:
«Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
Hai gridato a me nell'angoscia
e io ti ho liberato.

Nascosto nei tuoni ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Merìba.
Ascolta, popolo mio:
contro di te voglio testimoniare.
Israele, se tu mi ascoltassi!

Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d'Egitto.

Se il mio popolo mi ascoltasse!
Se Israele camminasse per le mie vie!
Lo nutrirei con fiore di frumento,
lo sazierei con miele dalla roccia».


Canto al Vangelo
    Mt 4,17

Gloria e lode a te, o Cristo!

Convertitevi, dice il Signore,
perché il regno dei cieli è vicino.

Gloria e lode a te, o Cristo!


Vangelo   Mc 12, 28-34
Il Signore nostro Dio è l'unico Signore: lo amerai.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo


Sulle Offerte

Guarda con benevolenza, Signore, questi doni che ti presentiamo, perché siano a te gradirti e diventino per noi sorgente di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

   

Réspice, quæsumus, Dómine, propítius ad múnera, quæ sacrámus, ut tibi grata reddántur, et nobis salutária semper exsístant. Per Christum.

 
Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

E' veramente cosa buona e giusta, 
innalzare un inno a te, Padre onnipotente, 
e cantare insieme la tua lode. 

Tu vuoi che ti glorifichiamo 
con le opere della penitenza quaresimale, 
perché la vittoria sul nostro egoismo 
ci renda disponibili alle necessità dei poveri, 
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, 
ai Troni e alle Dominazioni 
e alla moltitudine dei Cori celesti, 
cantiamo con voce incessante 
l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...

 

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

 

Qui nos per abstinéntiam tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab insoléntia mitigáret,

et, egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.

 

Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:

 

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

 
Comunione
   Cf Mc 12,33 

Più di tutti i doni offerti, questo è grande:
amare Dio con tutto il cuore
e il prossimo come se stessi.

 

Dilígere Deum ex toto corde,

et próximum tamquam seípsum,

maius est ómnibus sacrifíciis.


Dopo la Comunione

La forza del tuo Spirito ci pervada corpo e anima, o Dio, perché possiamo ottenere pienamente la redenzione alla quale abbiamo partecipato in questi santi misteri. Per Cristo nostro Signore.

 

Mentes nostras et córpora, Dómine, quæsumus, operátio tuæ virtútis infúndat, ut, quod participatióne súmpsimus, plena redemptióne capiámus. Per Christum.

 

Oratio super populum

Implorántes, Dómine, misericórdiam tuam, fidéles tuos propítius intuére, ut, qui de tua pietáte confídunt, tuæ caritátis dona ubíque diffúndere váleant. Per Christum..



Giovedì - 3a Quaresima

III SETTIMANA DI QUARESIMA - GIOVEDÌ
MESSALE 
 

Antifona d'Ingresso  
«Io sono la salvezza del popolo»,
dice il Signore.
«In qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò,
e sarò il loro Signore per sempre».

 

Salus pópuli ego sum, dicit Dóminus.

De quacúmque tribulatióne clamáverint ad me,

exáudiam eos, et ero illórum Dóminus in perpétuum.

 
Colletta
Dio grande e misericordioso, quanto più si avvicina la festa della nostra redenzione, tanto più cresca in noi il fervore per celebrare santamente la Pasqua del tuo Figlio. Egli è Dio...

 

Maiestátem tuam, Dómine, supplíciter implorámus, ut, quanto magis dies salutíferæ festivitátis accédit, tanto devótius ad eius celebrándum proficiámus paschále mystérium. Per Dóminum...
 

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   Ger 7, 23-28
Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, suo Dio.

Dal libro del profeta Geremìa
Così dice il Signore: 
«Questo ordinai loro: "Ascoltate la mia voce, e io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici". 
Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio alla mia parola; anzi, procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio e, invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle. 
Da quando i vostri padri sono usciti dall'Egitto fino ad oggi, io vi ho inviato con assidua premura tutti i miei servi, i profeti; ma non mi hanno ascoltato né prestato orecchio, anzi hanno reso dura la loro cervìce, divenendo peggiori dei loro padri. 
Dirai loro tutte queste cose, ma non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno. Allora dirai loro: Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, suo Dio, né accetta la correzione. La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca».


Salmo Responsoriale   Dal Salmo 94
Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».
 

Canto al Vangelo   Gl 2,12-13 
Gloria e lode a te, o Cristo!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso.

Gloria e lode a te, o Cristo!


Vangelo   Lc 11, 14-23
Chi non è con me, è contro di me.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. 
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. 
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
 

Sulle Offerte
Purifica, Signore, il tuo popolo dal contagio del male, perché sia a te gradita la nostra offerta; non permettere che siamo attratti da falsi ideali eguidaci al premio da te promesso. Per Cristo nostro Signore.

 

Ut tibi grata sint, Dómine, múnera pópuli tui, ab omni, quæsumus, eum contágio perversitátis emúnda, nec falsis gáudiis inhærére patiáris, quem ad veritátis tuæ præmia veníre promíttis. Per Christum.
 

Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

E' veramente cosa buona e giusta, 
innalzare un inno a te, Padre onnipotente, 
e cantare insieme la tua lode. 

Tu vuoi che ti glorifichiamo 
con le opere della penitenza quaresimale, 
perché la vittoria sul nostro egoismo 
ci renda disponibili alle necessità dei poveri, 
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, 
ai Troni e alle Dominazioni 
e alla moltitudine dei Cori celesti, 
cantiamo con voce incessante 
l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...

 

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

 

Qui nos per abstinéntiam tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab insoléntia mitigáret,

et, egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.

 

Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:

 

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione   Sal 118,4-5 
Tu hai dato, Signore, i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.
Siano diritte le mie vie
nell'osservanza dei tuoi comandamenti.

 

Tu mandásti mandáta tua custodíri nimis:

útinam dirigántur viæ meæ ad custodiéndas iustificatiónes tuas.

 
Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai nutriti in questo sacramento, fa' che la forza della tua salvezza operante nel mistero trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.
 

Quos réficis, Dómine, sacraméntis, attólle benígnus auxíliis, ut tuæ salvatiónis efféctum et mystériis capiámus et móribus. Per Christum.

 

Oratio super populum

Cleméntiam tuam implorámus, Dómine, in misericórdia tua confidéntes, ut, sicut nos ex te habémus esse quod sumus, sic per grátiam tuam et bene velle sumámus et bonum posse quod vólumus. Per Christum.

mercoledì 30 marzo 2011

Mercoledì - 3a Quaresima

III SETTIMANA DI QUARESIMA - MERCOLEDÌ
MESSALE
 

Antifona d'Ingresso   Sal 118,133 
Guida i miei passi secondo la tua parola,
nessuna malizia prevalga su di me.

 

Gressus meos dírige secúndum elóquium tuum,

et non dominétur mei omnis iniustítia.

 
Colletta
Signore Dio nostro, fa' che i tuoi fedeli, formati nell'impegno delle buone opere e nell'ascolto della tua parola, ti servano con generosa dedizione liberi da ogni egoismo, e nella comune preghiera a te, nostro Padre, si riconoscano fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...

 

Præsta, quæsumus, Dómine, ut, per quadragesimálem observántiam erudíti et tuo verbo nutríti, sancta continéntia tibi simus toto corde devóti, et in oratióne tua semper efficiámur concórdes. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   Dt 4, 1. 5-9
Osserverete le leggi e le metterete in pratica.

Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo e disse: 
«Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. 
Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore, mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: "Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente". Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?
Ma bada a te e guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli».
 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 147
Celebra il Signore, Gerusalemme.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
Fa scendere la neve come lana,
come polvere sparge la brina.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun'altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.


Canto al Vangelo   Gv 6,63.68
Gloria e lode a te, o Cristo!
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.

Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo   Mt 5, 17-19
Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».


Sulle Offerte
Accetta, o Dio, le nostre umili offerte e preghiere, e difendi da ogni pericolo i tuoi fedeli che celebrano i santi misteri. Per Cristo nostro Signore.

 

Súscipe, quæsumus, Dómine, preces pópuli tui cum oblatiónibus hostiárum, et tua mystéria celebrántes ab ómnibus nos defénde perículis. Per Christum.
 

Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

E' veramente cosa buona e giusta, 
innalzare un inno a te, Padre onnipotente, 
e cantare insieme la tua lode. 

Tu vuoi che ti glorifichiamo 
con le opere della penitenza quaresimale, 
perché la vittoria sul nostro egoismo 
ci renda disponibili alle necessità dei poveri, 
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, 
ai Troni e alle Dominazioni 
e alla moltitudine dei Cori celesti, 
cantiamo con voce incessante 
l'inno della tua gloria:
 
Santo, Santo, Santo ...

 

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

 

Qui nos per abstinéntiam tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab insoléntia mitigáret,

et, egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.

 

Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:

 

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth. 

Comunione   Sal 15,11
Tu mi indichi il sentiero della vita, Signore,
gioia piena nella tua presenza.

 

Notas mihi fecísti vias vitæ,

adimplébis me lætítia cum vultu tuo, Dómine.

Dopo la Comunione
Il pane di cui ci siamo nutriti alla tua mensa ci santifichi, Signore, e riscattandoci da ogni colpa, ci renda degni delle tue promesse. Per Cristo nostro Signore.

 

Sanctíficet nos, Dómine, qua pasti sumus, mensa cæléstis, et, a cunctis erróribus expiátos, supérnis promissiónibus reddat accéptos. Per Christum.

 

Oratio super populum

Tibi plácitam, Deus noster, pópulo tuo tríbue voluntátem, quia tunc illi próspera cuncta præstábis cum tuis aptum féceris institútis. Per Christum.

martedì 29 marzo 2011

Martedì - 3a Quaresima

III SETTIMANA DI QUARESIMA - MARTEDÌ
MESSALE 
 

Antifona d'Ingresso   Sal 16,6.8
Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta;
rivolgi a me l'orecchio e ascolta la mia preghiera.
Custodiscimi, o Signore come la pupilla degli occhi,
proteggimi all'ombra delle tue ali.

 

Ego clamávi, quóniam exaudísti me,

Deus; inclína aurem tuam, et exáudi verba mea.

Custódi me, Dómine, ut pupíllam óculi; sub umbra alárum tuárum prótege me.

 
Colletta

Non ci abbandoni mai la tua grazia, o Padre, ci renda fedeli al tuo santo servizio e ci ottenga sempre il tuo aiuto. Per il nostro Signore...

 

Grátia tua ne nos, quæsumus, Dómine, derelínquat, quæ et sacræ nos déditos fáciat servitúti, et tuam nobis opem semper acquírat. Per Dóminum.

 
LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura
  
Dn 3, 25. 34-45
Accoglici, Signore, con il cuore contrito e con lo spirito umiliato.

Dal libro del profeta Daniele
In quei giorni, Azarìa si alzò e fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:
«Non ci abbandonare fino in fondo,
per amore del tuo nome,
non infrangere la tua alleanza;
non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo, tuo amico,
di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo,
ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
Ora invece, Signore,
noi siamo diventati più piccoli
di qualunque altra nazione,
oggi siamo umiliati per tutta la terra
a causa dei nostri peccati.
Ora non abbiamo più né principe
né profeta né capo né olocàusto
né sacrificio né oblazione né incenso
né luogo per presentarti le primizie
e trovare misericordia.
Potessimo essere accolti con il cuore contrito
e con lo spirito umiliato,
come olocàusti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.
Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito,
perché non c'è delusione per coloro che confidano in te.
Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto,
non coprirci di vergogna.
Fa' con noi secondo la tua clemenza,
secondo la tua grande misericordia.
Salvaci con i tuoi prodigi,
da' gloria al tuo nome, Signore».


Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 24
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
 

Canto al Vangelo
  Gl 2,12-13 

Gloria e lode a te, o Cristo!
 
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso.

Gloria e lode a te, o Cristo!
 

Vangelo
   Mt 18, 21-35
Se non perdonerete di cuore al vostro fratello, il Padre non vi perdonerà.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa". Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quello che devi!". Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò". Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?". Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
 

Sulle Offerte

L'offerta di questo sacrificio, Signore, ci salvi dai nostri peccati e ci ottenga il dono del tuo amore misericordioso. Per Cristo nostro Signore.

 

Concéde nobis, quæsumus, Dómine, ut hæc hóstia salutáris nostrórum fiat purgátio delictórum, et tuæ propitiátio potestátis. Per Christum.
 

Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

E' veramente cosa buona e giusta, 
innalzare un inno a te, Padre onnipotente, 
e cantare insieme la tua lode. 

Tu vuoi che ti glorifichiamo 
con le opere della penitenza quaresimale, 
perché la vittoria sul nostro egoismo 
ci renda disponibili alle necessità dei poveri, 
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, 
ai Troni e alle Dominazioni 
e alla moltitudine dei Cori celesti, 
cantiamo con voce incessante 
l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...
 ...

 

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

 

Qui nos per abstinéntiam tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab insoléntia mitigáret,

et, egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.

 

Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:

 

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

 
Comunione  
Sal 14,1-2
Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sul tuo santo monte?
Chi cammina in santità e agisce secondo giustizia.

 

Dómine, quis habitábit in tabernáculo tuo?

 aut quis requiéscet in monte sancto tuo?

Qui ingréditur sine mácula, et opératur iustítiam.

 
Dopo la Comunione

La partecipazione a questo sacramento, rinnovi, o Dio, la nostra vita; ci ottenga la libertà dal peccato e il conforto della tua protezione. Per Cristo nostro Signore.

 

Vivíficet nos, quæsumus, Dómine, huius participátio sancta mystérii, et páriter nobis expiatiónem tríbuat et munímen. Per Christum.

 

Oratio super populum

Pópuli tui, Deus, institútor et rector, peccáta, quibus impugnátur, expélle, ut semper tibi plácitus et tuo munímine sit secúrus. Per Christum..

lunedì 28 marzo 2011

Lunedì - 3a Quaresima

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III SETTIMANA DI QUARESIMA - LUNEDÌ
MESSALE 
 

Antifona d'Ingresso  Sal 83,3 
L'anima mia sospira e languisce,
desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

 

Concupíscit et déficit ánima mea

in átria Dómini.

Cor meum et caro mea exsultavérunt in Deum vivum.
 

Colletta
Con la tua continua misericordia, o Padre, purifica e rafforza la tua Chiesa, e poiché non può sostenersi senza di te non privarla mai della tua guida. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...

 

Ecclésiam tuam, Dómine, miserátio continuáta mundet et múniat, et quia sine te non potest salva consístere, tuo semper múnere gubernétur. Per Dóminum.

 
LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   2 Re 5, 1-15
C'erano molto lebbrosi in Israele, ma nessuno di loro fu purificato se non Naamàn, il Siro.

Dal secondo libro dei Re
In quei giorni Naamàn, comandante dell'esercito del re di Aram, era un personaggio autorevole presso il suo signore e stimato, perché per suo mezzo il Signore aveva concesso la salvezza agli Aramèi. Ma quest'uomo prode era lebbroso. 
Ora bande aramèe avevano condotto via prigioniera dalla terra d'Israele una ragazza, che era finita al servizio della moglie di Naamàn. Lei disse alla padrona: «Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che è a Samarìa, certo lo libererebbe dalla sua lebbra». Naamàn andò a riferire al suo signore: «La ragazza che proviene dalla terra d'Israele ha detto così e così». Il re di Aram gli disse: «Va' pure, io stesso invierò una lettera al re d'Israele». 
Partì dunque, prendendo con sé dieci talenti d'argento, seimila sicli d'oro e dieci mute di abiti. Portò la lettera al re d'Israele, nella quale si diceva: «Orbene, insieme con questa lettera ho mandato da te Naamàn, mio ministro, perché tu lo liberi dalla sua lebbra». Letta la lettera, il re d'Israele si stracciò le vesti dicendo: «Sono forse Dio per dare la morte o la vita, perché costui mi ordini di liberare un uomo dalla sua lebbra? Riconoscete e vedete che egli evidentemente cerca pretesti contro di me».
Quando Elisèo, uomo di Dio, seppe che il re d'Israele si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciato le vesti? Quell'uomo venga da me e saprà che c'è un profeta in Israele». Naamàn arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Elisèo. Elisèo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va', bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato». 
Naamàn si sdegnò e se ne andò dicendo: «Ecco, io pensavo: "Certo, verrà fuori e, stando in piedi, invocherà il nome del Signore, suo Dio, agiterà la sua mano verso la parte malata e toglierà la lebbra". Forse l'Abanà e il Parpar, fiumi di Damàsco, non sono migliori di tutte le acque d'Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per purificarmi?». Si voltò e se ne partì adirato. 
Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una gran cosa, non l'avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: "Bàgnati e sarai purificato"». Egli allora scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola dell'uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato.
Tornò con tutto il seguito dall'uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele».


Salmo Responsoriale   Dai Salmi 41 e 42
L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.

Come la cerva anèla
ai corsi d'acqua,
così l'anima mia anèla
a te, o Dio.

L'anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio?

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.

Verrò all'altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.
 

Canto al Vangelo
   Sal 129,5.7 
Gloria e lode a te, o Cristo!
Io spero, Signore;
attendo la sua parola.
Con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.

Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo   Lc 4, 24-30
Gesù come Elìa ed Elisèo è mandato non per i soli Giudei.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
 

Sulle Offerte

Accetta, o Dio, l'offerta che ti presentiamo, segno della nostra devozione, e trasformala per noi in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

 

Munus quod tibi, Dómine, nostræ servitútis offérimus, tu salutáre nobis pérfice sacraméntum. Per Christum.
 

Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

E' veramente cosa buona e giusta, 
innalzare un inno a te, Padre onnipotente, 
e cantare insieme la tua lode. 

Tu vuoi che ti glorifichiamo 
con le opere della penitenza quaresimale, 
perché la vittoria sul nostro egoismo 
ci renda disponibili alle necessità dei poveri, 
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, 
ai Troni e alle Dominazioni 
e alla moltitudine dei Cori celesti, 
cantiamo con voce incessante 
l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...

 

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

 

Qui nos per abstinéntiam tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab insoléntia mitigáret,

et, egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.

 

Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:

 

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

 
Comunione   Sal 116,1-2 
Popoli tutti, lodate il Signore,
perché grande è il suo amore per noi.

 

Laudáte Dóminum,

omnes gentes,

quóniam confirmáta est super nos misericórdia eius.

 
Dopo la Comunione
Questa partecipazione al tuo sacramento ci purifichi, Signore, e ci raccolga insieme nella tua unità. Per Cristo nostro Signore.

 

Tui nobis, quæsumus, Dómine, commúnio sacraménti et purificatiónem cónferat, et tríbuat unitátem. Per Christum.

 

Oratio super populum

Tueátur, quæsumus, Dómine, déxtera tua pópulum deprecántem, et purificátum dignánter erúdiat, ut consolatióne præsénti ad futúra bona profíciat. Per Christum.

 

sabato 26 marzo 2011

DOMENICA - 3a Quaresima

[category Liturgia]

III DOMENICA DI QUARESIMA - A
(Domenica della Samaritana)

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2,5-8; Gv 4,5-42


Cristo: acqua per la nostra sete

Vivere da cristiani è assimilare progressivamente l'esperienza di Cristo sintetizzata nelle prime due domeniche di quaresima: camminare nella fedeltà al Padre per raggiungere la meta della trasfigurazione gloriosa. L'itinerario è reso possibile a una condizione: ascoltare la Parola di Dio, radicarsi in essa, accettarne le esigenze. La liturgia di questa domenica e delle due successive fa rivivere, nel mistero, al cristiano le grandi tappe attraverso cui i catecumeni erano (e sono) aiutati a scoprire le esigenze profonde della conversione a Cristo, nei segni dell'acqua, della luce, della vita.

L'uomo assetato di valori
Al centro della liturgia odierna sta l'acqua come punto di convergenza e di incontro di due interlocutori: l'uomo e Dio. L'acqua diventa il simbolo che compendia ed esprime la richiesta dell'uomo e la risposta di Dio (vangelo).
L'esistenza umana rivela aspirazioni sconfinate: sete di amore, ricerca della verità, sete di giustizia, di libertà, di comunione, di pace... Sono desideri spesso inappagati; la domanda di totalità riceve in risposta solo piccoli frammenti; piccoli sorsi che lasciano inappagata la sete. Dal profondo del suo essere l'uomo muove verso un «di più», un assoluto capace di acquietare e di estinguere la sua sete in modo definitivo. Ma dove trovare un'acqua che plachi ogni inquietudine e appaghi ogni desiderio?

L'acqua che disseta per sempre
La risposta è data da Gesù nell'incontro con la Samaritana. Nella tradizione biblica Dio stesso è la fonte dell'acqua viva. Allontanarsi da Lui e dalla sua Legge é conoscere la peggiore siccità (cf Ger 2,12-13; 17,13). Nel difficile cammino verso la libertà Israele, arso dalla sete, tenta Dio, esige il suo intervento come un diritto e contesta l'operato di Mosè che sembra il responsabile di un'avventura senza sbocchi. Il popolo rimpiange il passato e rifiuta il futuro, denunciato come illusorio. Vorrebbe impadronirsi di Dio per sciogliere in modo miracolistico le sue difficoltà (prima lettura). Ma Dio si sottrae a questo tipo di richiesta. Tuttavia Egli dà prova di non abbandonare il suo popolo: gli assicura l'acqua che disseta perché riconosca in Lui il Salvatore e impari ad affidarsi a Lui.
La roccia da cui Mosè fa scaturire l'acqua è segno della Provvidenza divina che segue il suo popolo e gli dà vita. Paolo spiegherà (cf I Cor 10,4) che quella roccia era Cristo, misteriosamente all'opera già in quegli eventi. Cristo è anche il Tempio dal quale, secondo la visione dei profeti (cf Ez 47; Zc 13,1), sgorgherà l'acqua, segno dello Spirito, che dona fertilità e vita. Chi ha sete può attingere gratuitamente a Lui (cf Gv 7,37-39) e non avrà più sete; egli stesso anzi, diverrà una sorgente d'acqua zampillante per sempre (vangelo).

Generati dall'acqua e dallo Spirito
La promessa dell'acqua viva è divenuta realtà nella Pasqua di Gesù; dal suo costato squarciato sono usciti «sangue ed acqua» (cf Gv 19,34). La persona di Gesù diventa la sorgente da cui scaturisce l'acqua dello Spirito, cioè l'amore di Dio riversato nei nostri cuori (seconda lettura) nel giorno del battesimo. E' questo amore che ci ha purificati e generati a vita nuova prima ancora che potessimo consapevolmente rispondere. Il Padre ci ha ammessi alla comunione con Lui. Per opera dello Spirito siamo diventati una sola cosa con Cristo, figli nel Figlio, veri adoratori del Padre. L'esistenza cristiana animata dallo Spirito è un'esperienza filiale. Non è altro che vivere nell'amore, irradiando ciò che abbiamo ricevuto. L'eucaristia è accostarsi alla fonte dell'acqua viva per ricevere la piena effusione dello Spirito, l'alimento sempre nuovo dell'amore: «Chi beve dell'acqua che io gli darò... avrà in sé una sorgente che zampilla fino alla vita eterna» (ant. di com.). Ma il dono ricevuto diventa compito di annuncio e di testimonianza. Come la Samaritana, bisogna raccontare ai fratelli ciò che Dio ha compiuto in noi perché essi, come i compaesani della donna, arrivino a confessare che Gesù è «il Salvatore del mondo». La fede deve diventare contagiosa. I battezzati, generati a vita nuova, radicalmente rinnovati nel cuore e nello spirito, devono rendere ragione della vita e della speranza che è in loro. Se la ricerca e la sete dell'uomo trovano in Cristo pieno appagamento è necessario testimoniare come la salvezza non sta nelle «cose» che accendono nuovi desideri ed inquietudini, ma nell'unico valore a cui abbiamo aderito: Gesù Salvatore dell'uomo. Non c'è altra acqua che faccia fiorire il nostro deserto e che definitivamente plachi il nostro cercare: «Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposi in te» (s. Agostino).


Arrivò una donna di Samaria ad attingere acqua

Dai «Trattati su Giovanni» di sant'Agostino, vescovo
(Trattato 15, 10-12. 16-17; CCl 36, 154-156)
«E arrivò intanto una donna» (Gv 4, 7): figura della Chiesa, non ancora giustificata, ma ormai sul punto di esserlo. E' questo il tema della conversione.
Viene senza sapere, trova Gesù che inizia il discorso con lei.
Vediamo su che cosa, vediamo perché «Venne una donna di Samaria ad attingere acqua». I samaritani non appartenevano al popolo giudeo: erano infatti degli stranieri. E' significativo il fatto che questa donna, la quale era figura della Chiesa, provenisse da un popolo straniero. La Chiesa infatti sarebbe venuta dai pagani, che, per i giudei erano stranieri.
Riconosciamoci in lei, e in lei ringraziamo Dio per noi. Ella era una figura non la verità, perché anch'essa prima rappresentò la figura per diventare in seguito verità. Infatti credette in lui, che voleva fare di lei la nostra figura. «Venne, dunque, ad attingere acqua». Era semplicemente venuta ad attingere acqua, come sogliono fare uomini e donne.
«Gesù le disse: Dammi da bere. I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana? I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani» (Gv 4, 7-9).
Vedete come erano stranieri tra di loro: i giudei non usavano neppure i recipienti dei samaritani. E siccome la donna portava con sé la brocca con cui attingere l'acqua, si meravigliò che un giudeo le domandasse da bere, cosa che i giudei non solevano mai fare. Colui però che domandava da bere, aveva sete della fede della samaritana.
Ascolta ora appunto chi è colui che domanda da bere. «Gesù le rispose: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva» (Gv 4, 10).
Domanda da bere e promette di dissetare. E' bisognoso come uno che aspetta di ricevere, e abbonda come chi è in grado di saziare. «Se tu conoscessi», dice, «il dono di Dio». Il dono di Dio è lo Spirito Santo. Ma Gesù parla alla donna in maniera ancora velata, e a poco a poco si apre una via al cuore di lei. Forse già la istruisce. Che c'è infatti di più dolce e di più affettuoso di questa esortazione: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva»?
Quale acqua, dunque, sta per darle, se non quella di cui è scritto: «E' in te sorgente della vita»? (Sal 35, 10).
Infatti come potranno aver sete coloro che «Si saziano dell'abbondanza della tua casa»? (Sal 35, 9).
Prometteva una certa abbondanza e sazietà di Spirito Santo, ma quella non comprendeva ancora, e, non comprendendo, che cosa rispondeva? La donna gli dice: «Signore dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua» (Gv 4, 15). Il bisogno la costringeva alla fatica, ma la sua debolezza non vi si adattava volentieri. Oh! se avesse sentito: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò»! (Mt 11, 28). Infatti Gesù le diceva questo, perché non dovesse più faticare, ma la donna non capiva ancora.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 24,15-16
I miei occhi sono sempre rivolti al Signore,
perché libera dal laccio i miei piedi.
Volgiti a me e abbi misericordia, Signore,
perché sono povero e solo.



Oculi mei semper ad Dóminum,

quia ipse evéllet de láqueo pedes meos.

Réspice in me et miserére mei,

quóniam únicus et pauper sum ego.


Oppure: Ez 36,23-26
«Quando manifesterò in voi la mia santità,
vi raccoglierò da tutta la terra;
vi aspergerò con acqua pura
e sarete purificati da tutte le vostre sozzure
e io vi darò uno spirito nuovo», dice il Signore.



Cum sanctificátus fúero in vobis,

congregábo vos de univérsis terris;

et effúndam super vos aquam mundam,

et mundabímini ab ómnibus inquinaméntis vestris,

et dabo vobis spíritum novum, dicit Dóminus.

Colletta
Dio misericordioso, fonte di ogni bene, tu ci hai proposto a rimedio del peccato il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna; guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria e, poiché ci opprime il peso delle nostre colpe, ci sollevi la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.



Deus, ómnium misericordiárum et totíus bonitátis auctor, qui peccatórum remédia in ieiúniis, oratiónibus et eleemósynis demonstrásti, hanc humilitátis nostrae confessiónem propítius intuére, ut, qui inclinámur consciéntia nostra, tua semper misericórdia sublevémur. Per Dóminum.


Oppure:
O Dio, sorgente della vita, tu offri all'umanità riarsa dalla sete l'acqua viva della grazia che scaturisce dalla roccia, Cristo salvatore; concedi al tuo popolo il dono dello Spirito, perché sappia professare con forza la sua fede, e annunzi con gioia le meraviglie del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Es 17, 3-7
Dacci acqua da bere.

Dal libro dell'Èsodo.
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».
Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d'Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va'! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d'Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 94
Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

Seconda Lettura Rm 5, 1-2. 5-8
L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l'accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Canto al Vangelo Cf Gv 4,42.15
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo;
dammi dell'acqua viva, perché non abbia più sete.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!





Vangelo Gv 4, 5-42 (forma breve: Gv 4,5-15.19-26)
Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.

Dal vangelo secondo Giovanni
[ In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». ] Le dice: «Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, [ vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l'ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». ]
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l'altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
[ Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». ]

Sulle Offerte
Per questo sacrificio di riconciliazione perdona, o Padre, i nostri debiti e donaci la forza di perdonare ai nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.



His sacrifíciis, Dómine, concéde placátus, ut, qui própriis orámus absólvi delíctis, fratérna dimíttere studeámus. Per Christum.

Prefazio
La Samaritana e l'acqua viva.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Egli chiese alla Samaritana l'acqua da bere,
per farle il grande dono della fede,
e di questa fede ebbe sete così ardente
da accendere in lei la fiamma del tuo amore.

E noi ti lodiamo e ti rendiamo grazie
e, uniti agli angeli, celebriamo la tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore...



Vere dignum et iustum est,

aequum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Qui, dum aquae sibi pétiit potum a Samaritána praebéri,

iam in ea fídei donum ipse creáverat,

et ita eius fidem sitíre dignátus est,

ut ignem in illa divíni amóris accénderet.



Unde et nos tibi grátias ágimus,

et tuas virtútes cum Angelis praedicámus,

dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Antifona alla Comunione Gv 4,13-14
«Chi beve dell'acqua che io gli darò».
dice il Signore, «avrà in sé una sorgente
che zampilla fino alla vita eterna».



Qui bíberit aquam, quam ego dabo ei,

dicit Dóminus, fiet in eo fons

aquae saliéntis in vitam aetérnam.

Oppure: Sal 83,4-5
Il passero trova la casa, la rondine il nido dove porre
i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio. Beato chi abita la tua casa:
sempre canta le tue lodi.



Passer invénit sibi domum,

et turtur nidum, ubi repónat pullos suos:

altária tua, Dómine virtútum, Rex meus,

et Deus meus!

Beáti qui hábitant in domo tua,

in saeculum saeculi laudábunt te.

Dopo la Comunione
O Dio, che ci nutri in questa vita con il pane del cielo, pegno della tua gloria, fa' che manifestiamo nelle nostre opere la realtà presente nel sacramento che celebriamo. Per Cristo nostro Signore.



Suméntes pignus caeléstis arcáni, et in terra pósiti iam supérno pane satiáti, te, Dómine, súpplices deprecámur, ut, quod in nobis mystério géritur, ópere impleátur. Per Christum.


Oratio super populum

Rege, Dómine, quaesumus, tuórum corda fidélium, et servis tuis hanc grátiam largíre propítius, ut in tui et próximi dilectióne manéntes plenitúdinem mandatórum tuórum adímpleant. Per Christum.